sabato 22 dicembre 2012

2002 - 2012: dieci anni senza Joe Strummer



Sono passati esattamente dieci anni da quel fatidico giorno di dicembre.

Tornava a casa dopo una passeggiata con il cane, Joe Strummer, quando il suo cuore malandato (da anni di eccessi punk e per una malformazione congenita che forse non sapeva neppure di avere) lo abbandonò...

Sono trascorsi dieci anni senza il leggendario cantante/chitarrista dei Clash, icona del punk politicizzato e faro per più di una generazione.

Chi ha conosciuto Joe Strummer lo descrive come una persona appassionata, con una visione e degli ideali.

Chi, come molti di noi, lo ha conosciuto solo attraverso i Clash, le sue canzoni, l'energia che ci metteva, l'attitudine rivoluzionaria, il tratto umano, la disponibilità nei confronti dei fan, ha avvertito forte la sensazione di avere perso un fratello maggiore, un amico.

Con i Clash Joe Strummer ci ha insegnato a trasformare la rabbia e la frustrazione in qualcosa di positivo, a prendere il controllo delle nostre vite, a fare qualsiasi cosa che ci potesse appassionare: una fanzine, una trasmissione radio, organizzare concerti oppure imbracciare gli strumenti e mettere su una rock'n'roll band...

E' stato un vulcano, Joe. Non solo con i Clash, ma anche prima quando faceva parte della comunità degli squatter londinesi e suonava con i 101'ers. E pure dopo.

I Mescaleros, la sua ultima band, erano in piena attività al momento della sua morte. Avevano tenuto un concerto nemmeno un mese prima e stavano lavorando al disco nuovo.

Nel concerto precedente, tenuto a Londra il 15 novembre 2002, si unì per i bis pure Mick Jones. A quanto pare fu Strummer a scovarlo in mezzo al pubblico, a "costringerlo" a salire sul palco e imbracciare la chitarra per "Bankrobber", "White Riot" e "London's Burning". Era nel suo stile. E quel ricongiungimento tardivo - le due anime principali dei Clash non suonavano assieme su un palco dal lontano 1983 - una sorta di abbraccio, di saluto...

In un mondo, non soltanto musicale, che manca sempre di più di figure di riferimento pesa l'assenza di una persona come Joe Strummer.

In questi giorni sono in tanti a ricordarlo.
A Londra, alla Subway Gallery (piccola ma attivissima galleria d'arte che si trova proprio nella Joe Strummer Subway ad Edgware Road) è allestita - fino a oggi, giorno del decimo anniversario della morte - una mostra con fotografie di Joe quando ancora si faceva chiamare Woody, viveva negli squat londinesi e suonava R&B con i 101'ers.

Sono immagini tratte dal bellissimo volume fotografico "A Permanent Record" di Julian Yewdall, di cui potete leggere più approfonditamente qui

Un libro che racconta come il figlio di un diplomatico di Sua Maestà, prima di diventare una rockstar internazionale e una figura di riferimento per la comunità punk mondiale, fosse parte integrante del movimento antagonista londinese.

Quell'attitudine antagonista, quel suo spirito libertario e comunitario, il terzomondismo, l'attenzione verso gli altri e verso gli ultimi, non erano solo vuota retorica. Erano parte di un modo di essere.
Ecco perchè, oltre al musicista Joe Strummer, dieci anni dopo, a mancarci è soprattutto l'amico ideale, il compagno di mille battaglie, un riferimento prezioso.
L'uomo, oltre che il mito.

venerdì 21 dicembre 2012

Top Ten 2012: i concerti dell'anno


SHARON JONES & THE DAP-KINGS, Roma, 13 luglio
La Regina del Soul e i suoi straordinari Dap-Kings per un concerto alla vecchia maniera: calore, passione, stile. Musica per l'anima e per il corpo.
Per ballare senza sosta. Due ore di intense emozioni


GIUDA @ Buffalo Bar, London, 21 settembre
Energia, passione, cori da stadio. Dal vivo i Giuda sono una macchina da guerra. Non fanno prigionieri. Il loro punk rock venato di glam è esplosivo e coinvolgente. Hanno stile, attitudine, tiro. E' questo il motivo per cui ogni loro concerto si trasforma in una bolgia. Ed è sempre questo il motivo per cui hanno conquistato Londra e, da lì, il mondo...




THE CANNIBALS @ Stag's Head, London, 1° dicembre

I sovrani del garage-trash, una leggenda dell'underground. Allo Stag's Head di Hoxton va in scena l'annuale appuntamento con la band di Mike Spenser. Un caotico, eccitante, rito garage. Con tutti i classici del genere ("Sometimes Good Guys Don't Wear White", "Psycho", "Going All The Way"...) riletti alla maniera dei Cannibals: grezzi, istintivi, sporchi. Scaletta perfetta, una grande serata. E un grande Mike Spenser che canta seduto, pur acciaccato da una rovinosa caduta del giorno prima...



THE FLESHTONES @ Shacklewell Arms, London, 8 dicembre

Non suonavano in UK da cinque anni, i Fleshtones. Sono tornati per dimostrare ancora una volta che non c'è sulla Terra una live band più coinvolgente di loro. In un'altra incredibile "Dirty Water night", con lo Shacklewell Arms sold out, si celebra una fantastica serata dove le barriere tra gruppo e pubblico non esistono e ci si ritrova tutti coinvolti in una straordinaria festa rock'n'roll. Anzi Super-Rock!



SECRET AFFAIR + LAMBRETTAS @ 229, London, 24 novembre

Al 229 Club di Great Portland Street è una notte speciale per i Mod londinesi. Suonano due leggende del movimento. I Lambrettas riscaldano la platea con i loro inni ("London Calling", "Cortinas"...) e una grande carica comunicativa. I Secret Affair sono di un altro pianeta, different class. Formazione a otto, con sezione fiati e hammond, mettono in scena uno show fantastico per classe, calore, virtuosismo. Tra classici di ieri e brani di oggi, tratti dall'ultimo eccellente album "Soho Dreams", e cover dall'indiscutibile tiro black...


UZEDA @ Vibe Bar, London, 28 Novembre
Da vent'anni e più in pista, la più internazionale delle nostre band è come il vino buono: invecchiando, migliora. Anche al Vibe Bar di Brick Lane, in una fredda notte autunnale, la formazione catanese è un fiume in piena: la loro miscela noise scorre libera per flusso di coscienza. Correnti emozionali che colpiscono deep inside...



ROBYN HITCHCOCK @ Cecil Sharp House, London, 6 dicembre

Il menestrello del pop psichedelico, accompagnato al basso acustico e mandolino da una leggenda come John Paul Jones dei Led Zeppelin, rilegge il suo repertorio in un posto magnifico (la Cecil Sharp House, la casa del folk inglese) dall'acustica perfetta. Uno show a metà tra l'intimismo dell'unplugged - quando è stata la volta di "Glass Hotel" stavo per sciogliermi... - e un cabaret surreale con battute e storielle raccontate in un improbabile quanto esilarante mix di italiano, francese, tedesco, spagnolo...e inglese, of course!
La chiusura con una cover di Barrett ("Terrapin") e una di Dylan è la ciliegina sulla torta.



RED KROSS @ The Borderline, London, 10 dicembre
Simpatici, comunicativi, esplosivi sul palco, i Red Kross - forti di un nuovo eccellente album come "Researching The Blues" - divertono ed esaltano con una carrellata di brani della loro ormai lunghissima avventura. Tra punk più o meno melodico e power pop il quartetto californiano è ancora una sensazionale live band...



PAUL WELLER @ Atlantico, Roma, 10 luglio
E' in grandissima forma, il Modfather. Lo dimostra con un nuovo album anche piuttosto rischioso/avventuroso e uno spettacolo che, al netto della pessima acustica dell'Atlantico Live, è un concentrato di classe e calore. Forse nella parte centrale dello show perde un po' in intesità ma quando arrivano i classici dei Jam - "In The City", su tutti - le sorti del match sono segnate. 2-0 e palla al centro!



CHAIN & THE GANG @ The Lexington, London, 30 novembre
La nuova sensazionale formazione di Ian Svenoniuos. Non sono i Make Up, e neppure i Weird War, ma Svenoniuos è un performer di prima grandezza, un Re Mida in grado di trasformare la volgare materia in oro. E una semplice indie band di Washington nella nuova sensazione underground americana. Uno show divertentissimo!



Tutte le foto di Roberto Calabrò (eccetto Robyn Hitchcock, Red Kross e Paul Weller - tratte dal web)


lunedì 17 dicembre 2012

A London's classic: TIME OUT


Era da tempo che volevo scrivere un post su un classico della cultura pop inglese: TIME OUT.

Ricordo ancora come fosse ieri qual era la prima cosa che facevo venti anni fa ogni volta che sbarcavo in Inghilterra: cambiavo le lire in sterline e andavo subito dal newsagent a comprare NME (o Melody Maker) e Time Out.
Rivista musicale la prima, guida settimanale all'eccitante vita londinese la seconda.

Oggi NME resiste faticosamente, ha festeggiato i suoi sessant'anni di vita e ha fagocitato il rivale di sempre, il Melody Maker.

Mentre Time Out, che da anni ha diversificato le pubblicazioni facendo uscire guide di vario genere, ha risposto alla crisi dell'editoria e al conseguente crollo delle copie vendute con una scommessa. Rilanciando alla grande.

Dallo scorso 25 settembre, infatti, Time Out è diventato un free press.
Si trova gratis ogni martedì nelle principali stazioni della Tube e in diversi pub, negozi di dischi e librerie.

Il settimanale, che dal 1968 ci informa di cosa succede nella capitale inglese (dai concerti alle mostre, dal teatro agli happening, passando inevitabilmente per la sezione bar e ristoranti), invece di chiudere o di proporre - come avviene in Italia - tagli pesantissimi al personale, ha giocato d'anticipo puntando tutto sulla pubblicità.

E' la stessa strada percorsa da un po' di tempo anche dal quotidiano Evening Standard e l'azzardo, al momento, sembra pagare.

venerdì 14 dicembre 2012

La scomparsa della birra inglese



- "Pint of lager, please"
- "What lager?"
- "Any lager"
- "Heineken, Moretti, Becks, Stella, Estrella, Foster's, Carlsberg?"

Ci avevo fatto caso il primo giorno del mio ritorno in UK.
E poi la seconda volta che sono andato al pub, e poi la terza...

Nei pub di Londra è scomparsa la birra inglese alla spina.
A quanto pare vanno di moda le italiane, Peroni e Moretti.
E le spagnole, Estrella in particolare. E poi le classiche Heineken e Carlsberg, olandese la prima, danese la seconda.
Un classico rimane sempre la Guinness. Ma non è inglese. E' irlandese, prima di tutto. E poi è una stout.

Ma la Carling che fino a qualche anno fa era leader di mercato e si trovava dappertutto (e sponsorizzava il festival di Reading e la Coppa di Lega)?
E la Young? Scomparse dai banconi.

Al leggendario Hope & Anchor esattamente una settimana fa durante il concerto dei miei amici Ricky C Quartet sono andato al banco e ho iniziato a guardare le marche della birre alla spina.
Ancora una volta nessuna traccia...
Ho provato anche a chiedere: "Don't you have any ENGLISH beer"?
"Sorry, mate. Not, I'm afraid"
E per l'ennesima volta ho dovuto ripiegare su una Estrella.

Dove saranno finite le birre inglesi nei pub inglesi rimane un mistero.

sabato 24 novembre 2012

Carnaby Christmas: It's Only Rock'n'Roll



Negli anni Sessanta erano due simboli della “Swingin' London": Carnaby Street e i Rolling Stones si ritrovano nuovamente insieme per celebrare il cinquantennale della storica rock band.

La celebre via londinese è stata trasformata con un'installazione natalizia interamente dedicata agli Stones.
L'arco con l'iconica scritta "Welcome to Carnaby Street" adesso appare con la lingua rossa, il celebre logo dei Rolling Stones, e un nuovo slogan: “Carnaby Christmas – It’s Only Rock’n’Roll”.

Ad abbellire tutta la via e le stradine laterali sono dei grappoli di splendidi dischi dorati al centro dei quali campeggiano foto della band e dei singoli componenti dagli anni Sessanta ad oggi, oltre alle copertine degli album, raccolte e live inclusci.

Cme se non bastasse proprio a Carnaby Street è stato aperto un temporary store chiamato "GRRR!", come la raccolta pubblicata in questi giorni, all'interno del quale è possibile acquistare dischi, libri, t-shirt, gadget e memorabilia delle Pietre Rotolanti.

L'impatto visivo è emozionante, soprattutto di sera, grazie anche all'illuminazione curata da Patrick Woodroffe che dal 1989 è il light designer di ogni tour della band. Il risultato è quello che potete vedere in questa photogallery







sabato 27 ottobre 2012

LAST SHOP STANDING: intervista a Graham Jones


Due anni fa Arcana pubblicò un libro intitolato "Il 33° Giro".

A firmarlo era Graham Jones che, dopo avere speso un quarto di secolo a lavorare nel mondo della distribuzione indipendente di dischi, aveva deciso di lanciare l'allarme su quello che stava succedendo nel mercato discografico con una vera e propria moria dei piccoli negozi.

Girando il Regno Unito per lavoro, Jones raccolse le testimonianze dei proprietari di 50 negozi indipendenti per capire meglio cosa stesse succedendo e come questi appassionati negozianti stessero reagendo e sopravvivendo alla crisi dei formati fisici e a quella economica.

Adesso quel libro si è trasformato in un documentario: "Last Shop Standing. The Rise, Fall and Rebirth of The Independent Record Shop".
Ho incontrato e intervistato Grahan Jones a Londra per GlobTV.

Qui sotto trovate la video-intervista:


mercoledì 17 ottobre 2012

WELCOME BACK TO THE EIGHTIES COLOURS


E' con grande piacere che annuncio l'uscita di WELCOME BACK TO THE EIGHTIES COLOURS, la compilation che raccoglie i contributi di 19 realtà psychoattive della nostra scena neo-Sixties che pagano tributo ad altrettanti gruppi della scena garage, beat e psichedelica degli anni 80.

Un progetto, appena uscito per la Psych Out di Cosimino Pecere, partorito dalla fervida mente di Vico Ellena degli Effervescent Elephants, che ho avuto l'onore e il piacere di curare. Un sogno che dopo quasi un anno si è trasformato in realtà e che adesso potete fare vostro su CD (con booklet di 24 pagine!) richiedendolo direttamente alla Psych Out o al vostro negoziante di fiducia (distribuzione Audioglobe).

Di seguito le note di copertina e la tracklist di WELCOME BACK TO THE EIGHTIES COLOURS.

Quando, quasi cinque anni fa, iniziai a scrivere quello che sarebbe diventato “Eighties Colours. Garage, beat e psichedelia nell’Italia degli anni Ottanta” non avrei mai immaginato ciò che è poi realmente accaduto. L’uscita del libro ha avuto l’effetto di risvegliare il fuoco che covava sotto la cenere, di riaccendere l’interesse verso una stagione creativa che evidentemente, come usano dire gli inglesi, era gone but not forgotten…
Durante le serate di presentazione di “Eighties Colours” su e giù per la Penisola si respirava ancora una volta il desiderio di stare assieme, l’elettrizzante sentirsi parte di una piccola comunità di carbonari, la gioia di ritrovarsi con amici vecchi e nuovi per condividere un happening underground. Esattamente come accadeva venti/venticinque anni prima nei club sotterranei di tutta Italia. Nel frattempo alcuni gruppi avevano ripreso da un po’ la loro traiettoria artistica suonando dal vivo e pubblicando dischi (spesso bellissimi), altri hanno incrociato il loro ritorno con l’uscita del libro, altri ancora si sono incredibilmente rimessi assieme dopo lustri di inattività: tutti sono stati felicemente investiti dal vortice di entusiasmo ricreatosi attorno alla fertile stagione neo-Sixties italiana.
“Welcome Back To The Eighties Colours” vuole essere la celebrazione di questo momento di grazia. Sin dal titolo è evidente il legame ideale, il fil rouge, con il movimento underground che prese il “la” proprio con la leggendaria compilation pubblicata da Claudio Sorge nel 1985 per la sua Electric Eye. Il disco che tenete in mano, nato da un’idea del vulcanico Lodovico Ellena, non è una semplice rilettura nostalgica del passato, ma la fotografia di cosa sta ancora oggi accadendo nel rigoglioso sottobosco tricolore che trasuda di suoni garage, beat e psichedelici. È allo stesso tempo un tributo incrociato, un’esplosione di creatività, una cascata di canzoni e buone vibrazioni.
I colori degli anni Ottanta continuano a esplodere: welcome back!

TRACKLIST


1. BEPPE CANAVERO & GIOVANNI CRAVERO (from OUT OF TIME) vs Birdmen Of Alkatraz: “Song For The Convict Charlie”
2. NO STRANGE vs Eazycon: “Talpa dell’Infinito” (“Mole of Infinity”)
3. EFFERVESCENT ELEPHANTS vs Strange Flowers: “December”
4. DARIO ANTONETTI (from KRYPTASTHESIE) vs Vegetable Men: “Juri Gagarin Meets An Angel In The Sky”
5. OPERAZIONE TUONO (feat. VALERIO IMPULSIVE YOUTH) vs Sick Rose: “Do You Live In A Jail?”
6. AMERIGO VERARDI & UMBERTO PALAZZO (from ALLISON RUN) vs The Views: “Allie Flan” (“Patty Flan”)
7. TECHNICOLOUR DREAM vs Paul Chain Violet Theatre: “Luxury”
8. POLVERE DI PINGUINO vs Boohoos: “The Hoo”
9. TRIP HILL vs Leanan Sidhe: “The Music of Erich Zann”
10. LIARS vs Pikes In Panic: “Little By Little”
11. I BARBIERI vs Gli Avvoltoi: “Puoi girare il mondo con chi vuoi”
12. DOUBLE DECK FIVE vs No Strange: “L’Universo”
13. THE ACT vs Lager: “Atomic Generation”
14. EAZYCON vs Effervescent Elephants: “L’Appeso” (“Three O’ Clock”)
15. STRANGE FLOWERS vs The Liars: “Cold Girl”
16. SLEEVES vs Out Of Time: “One More Chance”
17. LAGER vs The Act: “Able and Enroled”
18. VEGETABLE MEN vs Allison Run: “Smooth Dog”
19. LODOVICO ELLENA vs Steeplejack: “(On The Road To) Sunshine Poppy Fields”

giovedì 11 ottobre 2012

The Rolling Stones "Doom And Gloom"


50 anni dopo il loro primo concerto al Marquee, guardate cosa sono ancora in grado di tirare fuori gli Stones!

"Doom And Gloom" è il primo dei due pezzi registrati la scorsa estate a Parigi.
Farà parte dell'antologia "Grrrr!", in uscita a novembre per celebrare il cinquentennale della più grande rock'n'roll band del mondo!

mercoledì 10 ottobre 2012

Wild Youth - "A Leopard Never Changes Her Spots"


Non sapevo chi fossero i Wild Youth prima di sabato scorso.

A Portobello, esattamente cinque minuti dopo avere incontrato Mick Jones dei Clash, mi sono fermato a guardare i vinili in una bancarella di dischi e a parlare con il tipo dinoccolato che li vendeva. Che ho scoperto poi essere Michael Fleck, il cantante e chitarrista dei Wild Youth.
La prima punk band sudafricana.

Michael mi ha raccontato la sua storia (nato a Londra e poi trasferitosi con la famiglia in Sud Africa) e regalato il CD, appena pubblicato, che raccoglie le incisioni della sua band.

Si intitola "A Leopard Never Changes Her Spots" e racchiude tutte le canzoni del gruppo tra quelle apparse all'epoca su singolo, su compilation e su demo.
C'è anche qualche episodio live: registrazione rozzissima ma che racchiude l'energia generata dal terzetto di Durban, composto oltre che da Fleck, voce e chitarra, anche da Rubin Rose alla batteria e Andrew Peinke al basso.

I Wild Youth si formarono nel 1978 e restarono in attività fino al 1980.
Possiamo immaginarci il contesto: i sobborghi noiosi e perbenisti di una città che aveva fatto dell'apartheid il mezzo ideale per raggiungere la "White Utopia", l'utopia di una nazione per soli bianchi con le popolazioni autoctone segregate negli slum.

I tre "bored teenagers" reagirono con un calcio nelle palle al conformismo borghese e razzista, sintonizzandosi sui suoni e lo stile oltraggioso che stava animando i loro coetanei a Londra come a New York.
Musica mai sentita a quelle latitudini. Musica ribelle. Un atteggiamento arrogante, un ghigno di sfida all'ordine costituito.

I Wild Youth riuscirono a pubblicare un singolo devastante, “Wot About Me/Radio Youth”, e due pezzi (“Record Companies”/“So Messed Up”) sulla compilation “Six Of The Best”.

Fosse uscito in Inghilterra, "Wot About Me" sarebbe diventato un classico del punk. Perchè è punk fino al midollo, in tutto e per tutto. Anche nei testi che buttano giù dal piedistallo miti vecchi e nuovi. Inclusi gli stessi eroi punk: "I don't wanna talk about Johnny Rotten, I don't wanna talk about Sid Vicious, I don't wanna talk about Joe Strummer. I just wanna talk about me! Wot about me?", cantava Fleck, mentre la sua chitarra sferragliava e la sezione ritmica macinava un robotico quattro quarti.

Dello stesso spessore sono pure la rasoiata di "Radio Youth", la rabbiosa "Record Companies" e la splendida, ramonesiana, "So Trendy". Mentre episodi come "Avalanche " e "Take Off", realizzati con il nuovo batterista Mark Gilroy, si spostano verso un post-punk nervoso che, soprattutto nel primo brano, ricorda i Wipers di Greg Sage.

Chiusa l'esperienza Wild Youth nel 1980, Michal Fleck formò i Gay Marines, un'altra oltraggiosa - sin dal nome - punk band nella cui line-up figuravano pure due italiani, Franco e Antonio Rogantin (rispettivamente batteria e basso).
In "A Leopard Never Changes Her Spots" troviamo anche vari pezzi dei Gay Marines e di altre esperienze estemporanee messe su da Fleck come i Retro's ("Wild Girl" è un'altra grande canzone) e il duo formato col francese Jean Philippe Gerboud con cui firmò un pezzo straordinario come "Back To You" in cui l'energia del punk veniva canalizzata (anche) attraverso i synth.

Per tutti i ricercatori di "nuggets" dell'era punk, aficionados di serie come "Bloodstains" e "Killed By Death" (dove i Wild Youth appaiono con due pezzi nel volume #40), un disco come "A Leopard Never Changes Her Spots" è un disco da non perdere. Una vera sorpresa.


martedì 9 ottobre 2012

Bevis Frond: intervista a Nick Saloman


Londra è un posto magico che favorisce incontri segnati dagli astri.
Non vedevo Nick Saloman, a.k.a. Bevis Frond, esattamente da 14 anni, da quando la sua band tenne un fantastico concerto al Garage di Highbury & Islington.
Era il 1998.

Da allora molta acqua è passata sotto i ponti e Nick ha pubblicato una quantità di bei dischi. L'ultimo dei quali, "The Leaving Of London", uscito circa un anno fa, è uno dei suoi migliori.
Due settimane fa mentre mi trovavo a spulciare dischi in un negozio di Angel mi sono imbattuto per caso in Nick, anche lui alla ricerca di vinili d'antan.

Ci mettiamo a parlare e fissiamo un incontro per la settimana successiva, per una birra e due chiacchiere, al Mucky Pup, un bel pub di Islington dove è stata realizzata quest'intervista esclusiva per GlobTV.

Enjoy it!


venerdì 5 ottobre 2012

The Barracudas: video-intervista a Robin Wills


Lunedì scorso mi sono fatto uno speciale regalo di compleanno.
Sono andato a trovare Robin Wills dei Barracudas a casa sua, nel nord di Londra.

Ho trascorso l'intero pomeriggio con il leggendario chitarrista inglese.
Robin, da vero gentleman qual è, mi ha fatto ascoltare in anteprima i brani del nuovo singolo dei Barracudas, "God Bless The 45", in uscita a gennaio 2013.
L'eponima canzone, tre minuti di power pop spettacolare che celebra l'amore per i dischi di piccolo formato, è letteralmente una bomba.
Ai livelli delle cose migliori dei 'Cudas.

E proprio dei Barracudas che si sono riformati di recente, del nuovo singolo e dell'esperienza live all'ultimo Festival Beat abbiamo parlato in questa intervista realizzata in esclusiva per GlobTV.
Enjoy it!!!

giovedì 4 ottobre 2012

I 60 anni di NME


Amato e odiato, ambito o vilipeso, il New Musical Express rimane il più influente e importante settimanale musicale del Regno Unito, se non del mondo.

Proprio in questi giorni NME festeggia il suo sessantessimo compleanno.
Un traguardo che in pochi, con la crisi conclamata dell'editoria, possono permettersi di celebrare. Men che meno tra le testate musicali.

La settimana scorsa il settimanale londinese è andato in stampa con un'edizione limitata con otto diverse copertine. Su ognuna di esse campeggiava un artista che in tempi vicini o lontani aveva già avuto l'onore di apparire sulla cover di NME: Liam Gallagher, gli Arctic Monkeys, Paul Weller, Noel Gallagher, The Killers, Manic Street Preachers, Patti Smith, John Lydon.

All'interno di questa "special issue" viene ripercorsa l'avventura del giornale, a partire dal primo numero (la cui ristampa si trova allegata nelle pagine centrali!) pubblicato il 7 marzo del 1952: costava sei pence, in copertina varie immagini dei Goons, un famoso gruppo di commedianti dell'epoca, mentre all'interno erano i musicisti jazz a farla da padroni.

Nel '56 con l'esplosione del rock'n'roll NME compie la prima delle sue innumerevoli trasformazioni: personaggi come John Lennon, Malcom McLaren e Marc Bolan iniziano ad essere degli avidi lettori.

Gli anni Sessanta vedono NME e Melody Maker contendersi lo scettro di settimanale musicale più diffuso: le gesta di Beatles e Stones, e degli infiniti altri protagonisti di quella incredibile stagione artistica, offrono materiale a non finire per intrattenere e informare i e lettori.

Arriva il nuovo decennio e lo stile della rivista cambia per sempre: nel 1971 il direttore Alan Smith inizia ad assumere una schiera di giornalisti provenienti dall'underground (tra questi il leggendario Nick Kent) che portano una ventata di freschezza e di entusiasmo. Oltre a un nuovo linguaggio molto più vicino a quello dei lettori. Perfetto per raccontare l'esplosione del punk, che verrà da lì a poco.

Gli anni 80 sono i più controversi, anche se il settimanale riesce ancora a intercettare i fermenti dell'underground. Un esempio è la cassettina "C86" che racchiude brani di indie-band del Regno Unito (tra cui Primal Scream, Wedding Present, The Shop Assistants, Pastels, The Mighty Lemon Drops, The Shrubs).
Nel 1989 lo scossone della cosiddetta scena di Madchester preannuncia un nuovo periodo d'oro per la musica inglese, e per le sorti di NME, le cui vendite ritornano a salire con l'arrivo degli anni 90 e l'esplosione del fenomeno Brit-pop.

Nel 1996 al settimanale - che negli stessi anni "fagocita" lo storico concorrente Melody Maker - si affianca l'edizione on-line che porta alle evoluzioni dei nostri giorni dove carta e Internet diventano due facce della stessa medaglia.

Sfacciatamente modaiolo, spesso anticipatore/creatore di trend, fortemente legato alle sue matrici "british" (e quindi, inevitabilmente, campanilista), NME rimane comunque una di quelle tradizioni inglesi - come i double decker, il tè, le cabine telefoniche rosse o una pinta di lager - di cui non si può fare a meno se si vive (o si trascorre un periodo) nel Regno Unito. Nonostante tutto, questa è la sua forza.
Una forza che proviene da 60 anni di storia.

sabato 29 settembre 2012

Poptopia! power pop festival tonite!


Stasera a Torino è tempo di Poptopia, il festival dedicato al power pop.
Allo Spazio 211 saranno di scena i leggendari Sick Rose, i sorprendenti Cirrone (da Palermo, ma famosi soprattutto negli States) e i Radio Days.

Prima dei concerti, alle ore 19 al Blah Blah, dj set power pop con Carlo Bordone del Mucchio. Sempre Carlo terrà una chiacchierata pubblica con Luca Re dei Sick Rose, Bruno Cirrone dei Cirrone Brothers e Paco dei Radio Days. Ovviamente si parlerà di power pop: di Knack, Beat, Stems, Cheap Trick....e di un genere di nicchia che ha un solido seuito di fan in ogni angolo del pianeta

E poi, la sera, tutti a ballare sotto al palco al ritmo di chitarre grintose, melodie che ti si appiccicano addosso e ritornelli chi ti rimangono in testa sin dal primo ascolto.

Se siete in zona, non mancate!!!

lunedì 24 settembre 2012

Giuda intervista, London, Buffalo Bar, 21.09.2012

Intervista esclusiva di GlobTV ai GIUDA, la più esplosiva glam-punk band italiana.
In occasione del loro concerto londinese al Buffalo Bar di Highbury & Islington


domenica 23 settembre 2012

Giuda: double shot!


Come un pugile implacabile i Giuda piazzano l'uno-due e mandano Londra al tappeto.
Dopo la grande serata rock'n'roll "Wired Up!" al Buffalo Bar di Highbury & Islington, la formazione capitolina replica al The Lexington, un bel pub di Angel che al piano di sopra ospita una perfetta sala per concerti: roba che molti club italiani si sognano.
La serata è anche qui frizzante e vede la presenza di altri due gruppi oltre ai Giuda: gli Spivs e le Priscillas che fanno gli onori di casa.
Si rivedono molte facce incrociate la sera prima al Buffalo, segno che sono qui per il quintetto romano.
Mentre faccio la fila al bar, salgono sul palco Thee Spivs e attaccano con il loro punk-rock che quando si sporca di garage e di lo-fi rock'n'roll risulta a tratti coinvolgente.
Nulla di straordinario, ma l'energia e il tiro giusto ci sono.


E' solo il warm-up per i Giuda che, come una calamita, attraggono sotto il palco il pubblico presente. Che, viste le dimensioni della sala, è decisamente più numeroso della sera prima.


Una corda di basso saltata al primo pezzo non impedisce al gruppo di far esplodere tutta la sua dirompente carica sonora.
Il live-act dei Giuda è energia e divertimento allo stato puro: glam rock stradaiolo, di quello che alla metà degli anni Settanta lasciava a casa i lustrini di Bolan e Bowie, e flirtava con il pub rock e il suo pubblico working class.


Tutti i pezzi, inclusi quelli che comporranno il nuovo album, hanno groove, forza d'impatto e strofe-slogan che ti si appiccicano in testa come un coro da stadio.
L'effetto sui fan la dice lunga: cori all'unisono su ogni canzone.
E ricordate che si tratta di una band italiana (di più, romana) che gioca in trasferta.
Un successo così per un gruppo italiano in Inghilterra non si era mai visto!
Finita la scaletta, identica alla sera prima, i Giuda sono richiamati a forza sul palco e mandano tutti KO con "Roll On" e "Here Come Saturday Night". E' un trionfo.
Quando finiscono il loro set, la sala si svuota almeno della metà.

Ed è un peccato perchè le Priscillas, quartetto per tre quarti al femminile, fanno la loro figura con un bel tiro rock'n'roll impastato di glam e pop: una via di mezzo tra Blondie, Suzi Quatro e Nikki & The Corvettes.
Potendo contare, tra l'altro, sulla presenza scenica della cantante e della bionda chitarrista che, a fine concerto, scoprirò essere la moglie del buon Luca Cattaruzza (chi si ricorda la Hang Over Records di Milano?).
Un'altra grande rock'n'roll nite. A cui Londra forse non era più abituata.

sabato 22 settembre 2012

Wired Up! I Giuda conquistano Londra


London is London e l'atmosfera che si respira ai concerti qui è unica al mondo.
A quanto pare l'evento underground di stasera è "Wired Up!" dove viene presentato l'omonimo libro (bellissima raccolta di copertine proto-punk e glam degli anni 70) e in cui suoneranno i Cyanide Pills di Leeds e soprattutto i Giuda from Rome, Italy.
Alle 9 di sera il Buffalo Bar, giusto al lato della tube station di Highbury & Islington, inizia a brulicare di gente: attempati glam-rocker, giovani punk, rock'n'roll fan di tutte le età.
Il locale è sold out, l'atmosfera è satura. Tra il pubblico riconosco una leggenda del punk come TV Smith degli Adverts, mentre Robin Wills dei Barracudas è già alla consolle e mette sui piatti rari 45 giri di oscure formazioni glam dei Seventies.


Dopo il set tirato e dalla bella presenza scenica dei Cyanide Pills, punk band di Leeds dal gancio melodico, con bassista di colore che sembra un giovane Phil Lynott, è il momento dei Giuda.
L'unica band italiana in questo momento ad avere un solido seguito di fan tanto in Inghilterra quanto negli Stati Uniti.
Quando attaccano con "Wild Tiger Woman", un pezzo nuovo, si scatena la bolgia. Tutti sotto il palco, a due centimetri dalla band, a cantare e ballare.


Accanto a me un omone barbuto (che scoprirò poi essere il nuovo cantante dei Turbonegro) non nasconde il proprio entusiasmo.
Quando poi arrivano gli anthem di "Racey Roller" - "Tartan Pants", "Back Home", "Comin' Back To You", "Get It Over" - si scatena il delirio. Braccia alzate e cori all'unisono: una grande festa rock'n'roll.
I Giuda non fanno in tempo a finire la scaletta che pochi istanti dopo devono riprendere a suonare acclamati a gran voce dal pubblico che gremisce la sala: ancora un paio di pezzi, con la gente in delirio.



La festa continua fino a notte fonda con i DJ Set, le chiacchiere e le risate con amici vecchi e nuovi.
Poi è tempo di prendere il bus e tornare a casa tuffandosi nell'umida notte londinese.

venerdì 21 settembre 2012

London calling!


Primo post da Londra.
Stasera c'è una rock'n'roll nite da non perdere: presentazione del libro "Wired Up", poi concerto dei Giuda - la migliore rock'n'roll band italiana del momento (no doubt about it!) e infine DJ Set con Robin Wills dei Barracudas!

C'è qualcosa di meglio da fare in città???

lunedì 10 settembre 2012

Citadel Records 1982 - 2012


Era il 1982 quando John Needham, un giovane australiano che faceva parte del "clan" dei Radio Birdman, decise di mettere in piedi una piccola etichetta indipendente: la Citadel Records.
L'occasione gli venne data dalla pubblicazione del primo - e unico - 45 giri della sua band: i Minuteman. Un brano tribale e ipnotico, "Voodoo Slaves", dava il titolo al singolo e svettava sulla prima facciata. Sui solchi della flipside invece era inciso "I Wanna Be Your Minuteman".

Da allora, per tutti gli anni Ottanta, l'attività dell'indie-label di Sydney si fece frenetica e la piccola etichetta nata nel salotto di casa Needham divenne la più importante d'Australia.

Oggi quella storia prosegue e, pur tra alti e bassi e un mercato discografico ormai in via di estinzione, la Citadel festeggia il suo trentennale.

Per celebrare questo compleanno il vulcanico Needham ha organizzato un tour itinerante in cui tre dei nomi più importanti della Citadel suoneranno tra Sydney, Melbourne e Wollongong nel weekend tra il 26 e il 28 ottobre.
Sul palco saliranno il leggendario chitarrista dei Radio Birdman, Deniz Tek, l'affascinante rockeuse Penny Ikinger (molti di voi la ricorderanno nei Wet Taxis) e i DomNicks, la formazione che ha visto incrociare le chitarre un'altra leggenda del rock e del power pop australiano come Dom Mariani (Stems, Someloves, DM3) e l'inglese Nick Sheperd che le cronache rock ricordano per i suoi trascorsi nei Cortinas (quelli di "Fascist Dictator", proprio loro) e nell'ultima formazione dei Clash.
I DomNicks, per l'occasione, presenteranno dal vivo il loro primo album "Super Real", in uscita su Citadel alla fine di settembre.



Per chi si trova o avrà l'occasione di andare dall'altra parte del pianeta, si tratterà di una festa da non perdere per celebrare l'etichetta senza la quale non avremmo avuto il piacere di ascoltare il rock energico e conturbante di nomi come Died Pretty, Lime Spiders, New Christs, Visitors, Trilobites, Stems, Screaming Tribesmen, Louis Tillett, Bamboos, DM3, solo per citare alcuni nomi.

A trent'anni dai suoi esordi, nonostante la crisi dei supporti discografici, la Citadel è ancora tra noi e prosegue la sua appassionata attività attingendo da un catalogo ricchissimo e riproponendo le ristampe (arricchite da bonus) dei suoi dischi finora disponibili solo in vinile.

Se il 2012 ha visto (e vedrà) l'uscita di una serie di 5 doppi Cd degli Hard-Ons, il 2013 ha in serbo una teoria di splendide uscite per ogni sincero appassionato di Aussie-rock: intanto è in cantiere un cofanetto in tiratura limitata con l'intera discografia dei Radio Birdman; e un'analoga uscita con i cinque album dei DM3 è pure in programma, oltre a due doppi CD antologici con i primi lavori dei Jackson Code e dei Trilobites.

Lunga alla vita a John Needham e alla Citadel: Aussie-rock rules!!!

giovedì 12 luglio 2012

The Rolling Stones: i primi 50 anni!



12 luglio 1962. Esattamente cinquant'anni fa.
Il primo concerto dei Rolling Stones si tiene a Londra, al Marquee club.
Ma sarà solo a gennaio 1963 che i veri Rolling Stones prenderanno forma, quando - dopo l'arrivo di Bill Wyman al basso (dicembre '62) - si unirà al gruppo il batterista Charlie Watts.

E' questo il motivo per cui Keith Richards - correttamente - ritiene che il vero cinquantennale degli Stones (tour d'addio incluso?) cada nel 2013.

Per gli storici e per la cronaca invece è oggi: 12 luglio 2012.
Se glielo avessero detto al momento di salire sul piccolo palco del Marquee non ci avrebbero creduto neanche loro.
Nel frattempo non ci sono più nè Brian Jones, nè Ian Stewart (il "sesto" Stone), mentre Mick Taylor ha forse smaltito il risentimento nei confronti del suo vecchio gruppo.
Che, a dispetto di tutto e tutti, rimane "the greatest rock'n'roll band in the world"

venerdì 29 giugno 2012

The True Sound Of The LIARS


E' appena uscita ed è bellissima: "The True Sound of The Liars", l'antologia in doppio CD che racchiude l'intera discografia dei LIARS più il rarissimo demo "'86 Tears".

E' il nuovo titolo della collana "Eighties Colours Reissues" di Area Pirata che ho il piacere e l'onore di coordinare.
Prosegue così l'attività di riscoperta di quel ricchissimo periodo degli anni Ottanta (1985-1990) che generò il terremoto neo-Sixties in Italia.
Pisa fu uno degli epicentri di quel sisma musicale. Con una band, i seminali Useless Boys, dalle cui ceneri nacquero tre formazioni decisive per la scena: gli Steeplejack (recentemente oggetto di ristampa), i Birdmen of Alkatraz (che andrebbero ristampati presto...e noi saremmo felici di farlo) e, appunto, i LIARS.

In "The True Sound of The Liars" trovate l'intera discografia del terzetto pisano: il miniLP "Optical Sound", il favoloso album "Mindscrewer" (a mio avviso tra i punti più alti della neopsichedelia italiana ed europea), il singolo "Cold Girl". Più il rarissimo demotape "'86 Tears" e una manciata di brani inediti.
Il tutto racchiuso in una confezione splendida, colorata e molto optical, con un ricco libretto di 16 pagine.

Per richiedere la vostra copia, scrivete ad Area Pirata!

giovedì 28 giugno 2012

I vent'anni del Festival Beat


Inizia oggi la ventesima edizione del Festival Beat che vivrà il suo clou nei giorni di sabato e domenica con i concerti di Barracudas, Sorrows, Gonn e Paul Collins Beat!

Se siete in zona, non mancate!!!



lunedì 25 giugno 2012

Il Museo del Rock - Catanzaro

A Catanzaro, profondo Sud, la passione e la collezione di dischi di un grande collezionista ed esperto, Piergiorgio Caruso, sono sfociate in una struttura unica in Italia: il Museo del Rock.

Uno spazio coloratissimo in cui ha trovato posto parte della preziosa collezione discografica (oltre 10mila vinili) e di manifesti d'epoca di Piergiorgio.

Il percorso espositivo del Museo è organizzato in maniera cronologica per raccontare i fatti salienti, i personaggi, le vicende e i dischi principali del rock degli anni 50 e 60.

All'interno di questa bella struttura si svolgono spesso incontri, presentazioni di libri, guide all'ascolto di vinili originali. Iniziative, queste, che riprenderanno subito dopo la pausa estiva.
Come ci racconta Piergiorgio Caruso in questa intervista esclusiva per GlobTV.


martedì 12 giugno 2012

Estate: è tempo di Festival



Arriva l'estate, la stagione dei festival: raduni grandi e piccoli che ridisegnano la geografia culturale e musicale della Penisola.

Da Nord a Sud, da giugno a settembre, ce n'è per tutti i gusti.
Come ogni anno, ecco il cartellone dei principali eventi estivi che ho firmato per Repubblica.it

Se ancora non avete deciso dove trascorrere le vacanze, qui forse troverete qualche idea in più...

martedì 5 giugno 2012

Simon Reynolds - "Retromania" (video-recensione)

Presto sul canale Libri di GlobTV (abbiate pazienza...stiamo arrivando!)

lunedì 4 giugno 2012

Qualcuno aiuti il soldato Buffon!




A volte, è vero, la toppa è peggio del buco. Come le uscite di Buffon. Non quelle sul campo: lì si è sempre dimostrato un campione. Ma quelle fuori. Le interviste improvvide, le sparate contro tutto e tutti.
Possiamo passargli il fatto che “anche se avesse visto il pallone entrare non l’avrebbe detto all’arbitro” (in occasione del gol fantasma di Muntari, in Milan-Juve): non proprio un esempio di fair play.

Non mi scandalizzo neanche, come hanno fatto in molti (che evidentemente non hanno mai giocato a calcio, neppure tra gli Allievi o nelle serie minori), quando afferma che, a fine campionato, sono “meglio due feriti che un morto” facendo una semplice constatazione di quello che nel calcio italiano, e non solo (pensate a Danimarca-Svezia, Europei 2004: pareggio per 2-2 e azzurri a casa), è una prassi scontata: il “biscotto” tra due squadre a cui il pareggio va bene.

Ma l’ultima uscita del portierone azzurro merita una censura.
“Con i miei soldi faccio quello che voglio”. E no, caro Gigi: con i tuoi soldi non puoi fare quello che vuoi. Perlomeno non puoi fare scommesse o farle fare ad altri per conto tuo.
Lo vieta espressamente una norma della Figc.
Per cui se c’è solo anche il minimo sospetto che i tuoi soldi siano finiti in scommesse sul campionato di calcio, dovresti spiegare perché dal tuo conto a quello di una tabaccheria di Parma sono transitati assegni per oltre 1,5 milioni di euro.
Non te la puoi cavare dicendo che “con i tuoi soldi fai quello che vuoi”.
Intanto perché non è così e poi perché dal capitano della Nazionale ci attendiamo comportamenti cristallini. Non solo devi essere onesto, devi anche sembrarlo. Lo richiede il tuo ruolo.

Non sono colpevolista, non sono come la maggior parte degli italiani che in questo periodo si sono fatti infettare dal virus del giacobinismo e vogliono vedere rotolare le teste (degli altri, ovviamente…), non mi piace la gogna mediatica.
Penso che uno sia innocente fino a quando non è dimostrato il contrario. E ancora nessuno ha dimostrato che i soldi di Buffon non siano serviti, ad esempio, per comprare Rolex o case, e non per fare scommesse.
Ma proprio per questo, se sei sicuro di non essere stato preso in fallo, dovresti semplicemente smentire il sospetto di avere fatto puntate milionarie sul campionato di calcio e dimostrare (a chi indaga, non a noi) dove sono finiti quei soldi. Niente di più semplice, niente di più trasparente.

A noi basterebbe che il capitano della Nazionale dicesse: “Non ho nulla da nascondere, dimostrerò ai magistrati la completa estraneità ai fatti che mi si contestano”.
Invece no: prima l’attacco alla magistratura, ora questa infantile e irritante dichiarazione.
Per favore, qualcuno aiuti il soldato Buffon: lo faccia tacere.

venerdì 25 maggio 2012

Londra e Berlino: le guide rock di Arcana



Ci sono molti modi per viaggiare e visitare una città.
Londra e Berlino rimangono due dei posti più affascinanti e ricchi di riferimenti musicali.
Arcana ha pensato di realizzare due belle guide tascabili ed economiche (solo 12 euro l'una) per andare alla scoperta delle due metropoli, seguendo percorsi alternativi sulle vie del rock.


A questo link
l'articolo che ho scritto per Viaggi di Repubblica.it


giovedì 24 maggio 2012

I negozi di dischi indipendenti di Madrid

Dopo Roma, un altro reportage esclusivo di GlobTV sui negozi di dischi indipendenti di Madrid.
Prosegue il viaggio della vostra web-tv preferita alla scoperta dei migliori record store d'Europa...

martedì 22 maggio 2012

Un bene confiscato alla 'ndrangheta per il Cartella


L'attentato incendiario al CSOA "Cartella" è stato un duro colpo inferto alla democrazia e al vivere civile della nostra città.
Allo stesso tempo, però, ha rappresentato una sorta di boomerang per le forze oscure che controllano Reggio Calabria e che vorrebbero avere su di essa il dominio assoluto. Anche su quei luoghi che rappresentano il simbolo di un pensiero diverso: diverso dalle logiche del mercato, del profitto, della violenza mafiosa, dell'indifferenza, della sopraffazione.

Gli attestati di solidarietà arrivati copiosi agli attivisti del "Cartella" dimostrano che la città non è completamente narcotizzata, non è totalmente assuefatta alla violenza e alla mentalità mafiose.
La parte migliore di Reggio si è schierata al fianco del CSOA senza se e senza ma.
Sono state messe da parte, come è giusto che sia, le differenze ideologiche, le posizioni distanti, le vedute diverse.

Domani pomeriggio al Teatro Siracusa (un altro importante luogo della città che è tornato a vivere e a produrre cultura, sottratto all'oblio e alle mire di chi voleva farne l'ennesima attività commerciale) si terrà un'assemblea pubblica, alle ore 17,30. E poi sabato 26 un grande corteo a Gallico con la giornata che proseguirà all'anfiteatro del Centro sociale con teatro e musica. Mentre domenica 27 si terrà il consueto mercato delle autoproduzioni, la fiera della decrescita, con "incursioni" del cantastorie Nino Racco.

Paradossalmente l'incendio del "Cartella" rappresenta una grande possibilità per il Centro sociale: quella di aprirsi nuovamente alla città e di diventare il luogo simbolo delle realtà antagoniste al pensiero mafioso e a quella gelatinosa area grigia che avvolge Reggio e, di fatto, la controlla.
Può diventare, come era stato all'inizio, il perno attorno al quale si riuniscono e si organizzano le associazioni cittadine che pensano e lavorano a una città diversa.

Aggiungo di più e faccio una proposta choc a chi amministra questa città.
La scorsa settimana sono stati confiscati a Gioacchino Campolo, il re dei videopoker vicino alle cosche, beni mobili e immobili per 330 milioni di euro.
Un patrimonio che, solo in città, può contare su 240 tra appartamenti e locali commerciali.
Tra questi anche l'ex Cineteatro "Margherita" utilizzato negli ultimi anni come sede del comitato elettorale dell'ex sindaco e ora presidente della regione Calabria, Giuseppe Scopelliti.

Dopo l'imbarazzante silenzio del sindaco Arena sull'attentato al "Cartella", sarebbe un gesto di discontinuità con la Giunta precedente (che non ha mai spiegato i rapporti di Scopelliti con il signor Campolo) e soprattutto una ferma presa di posizione per la democrazia e contro la 'ndrangheta affidare il "Margherita" ai ragazzi del CSOA "Cartella" per farne, nel salotto buono della città, un luogo di discussione, di incontro, di proposta culturale (o meglio, controculturale).
Uno spazio aperto dove tenere assemblee pubbliche, concerti, teatro, cinema, attività sociali e ricreative fuori dalle logiche del profitto.
Sarebbe un gesto forte e rivoluzionario.
Sarebbe a dire che la democrazia non è un concetto astratto e che va difesa soprattutto quando sono i propri avversari politici (in questo caso i militanti del "Cartella") a essere vittime della violenza e della sopraffazione mafiose.

martedì 15 maggio 2012

Io sto con il Cartella!

Un incendio doloso la scorsa notte ha distrutto completamente il Centro Sociale "Angelina Cartella" di Reggio Calabria. La mano è fascista: le "firme" lasciate sulla piazzetta esterna sono inequivocabili. Ma la regia non è politica, o almeno non è soltanto politica. Nella città della 'ndrangheta e dei "Boia chi molla" un posto come il "Cartella" evidentemente dava fastidio a molti. Da tempo il CSOA era al centro di una serie di attacchi intimidatori: lampioni rotti, colla inserita nei lucchetti, gli alloggi della colonia felina devastati. Un'escalation che sembrava aver raggiunto l'acme nella notte del Primo Maggio con un furto all'interno delle cucine, messo a segno appositamente per boicottare le iniziative della giornata. Per questo motivo proprio la settimana scorsa il CSOA reggino aveva lanciato la campagna di solidarietà "Io sto con il Cartella". Nessuno, tuttavia, si attendeva quello che è successo. Nonostante negli scorsi anni ci fossero stati ben due tentativi di incendio. L'attentato è stato pianificato e realizzato "a regola d'arte": rotte le catene con le tronchesine, ignoti si sono introdotti nella sala principale del Centro dandole fuoco dall'interno. Le fiamme hanno distrutto tutto, avvolgendo anche il tetto in legno, che è crollato. Finanche l'intonaco si è staccato dalle pareti. In pratica del "Cartella" non rimane più nulla, ad eccezione della struttura esterna in muratura. Stamattina al Centro le facce erano scure, i musi lunghi. Sgomento, rabbia, disillusione, i sentimenti prevalenti. Qualcuno però tentava di sdrammatizzare, con una battuta. Pur colpiti i militanti del "Cartella" si dicono decisi a non mollare. A non cedere al ricatto. Non è questo il momento. Tra meno di due ore si terrà un'assemblea. Anche chi, come il sottoscritto, non è un frequentatore del Centro o non ne condivide la linea politica, di fronte a un attentato del genere è chiamato a esserci. La cosiddetta società civile deve battere un colpo: un attentato del genere non è solo un attacco politico. E' un attacco al cuore stesso della democrazia. Qui 'ndrangheta e politica, mafia e fascismo, si sono unite. Sono due facce della stessa medaglia. Non essere solidali con il Cartella oggi significa accettare supinamente questa saldatura criminale. Ecco perchè "Io sto con il Cartella".